lunedì 12 maggio 2014

Disguidi del runner medio "Il gelone fuori stagione"

A volte non riesco a capire quale motivazione mi spinga ad uscire di casa per allenarmi. Certo, in questa stagione è molto facile... basta vedere una bella giornata e con tutta questa luce a disposizione la voglia di correre esce spontanea. Ma d'inverno? Ok, come vi ho raccontato qui io amo il freddo, la nebbia e la solitudine. Non disdegno nemmeno correre sotto un diluvio o in una tempesta di neve, insomma non mi spaventa il clima invernale, neppure nelle sue sfaccettature più demotivanti. Eppure alcune volte, e quel giorno in particolare, non posso non chiedermi "Ma chi me l'ha fatto fare? Non potevo starmene a casa mia sul divano?" No... perchè come ho letto su una maglietta al Parco Nord:

"Perde solo chi resta seduto sul divano!"

Procediamo con ordine. A me piace informarmi. Pur consapevole che solo l'esperienza diretta porta a correggere il tiro, ed in questo senso pure gli infortuni sono un toccasana, mi piace comunque documentarmi prima. Giusto per capire quali problematiche mi potrei trovare a dover fronteggiare quando affronto qualcosa di nuovo. E così feci anche poco prima di iniziare la stagione invernale. Da vari siti, tra cui il mio personale vademecum www.albanesi.it, recupero varie informazioni sulla corsa invernale che posso essere riassunte in questo elenco:
  1. Non sovvrabbondare nei vestiti. La regola è semplice, correre è un'attività che prevede una certa libertà di movimento, infilarsi 3 pantaloni e 3 maglie termiche andrebbe ad appesantirci. Basta mai superare i 2 strati. Io ho corso con collant lunghi termici, maglietta intima termica, maglia invernale a maniche lunghe
  2. Non coprirsi la gola. Perchè correndo si suda, e la gola è un punto particolarmente soggetto a sudare. Se non la si copre al max si percepirà del freddo ma il sudore continerà ad evaporare e ricrearsi. Se la si copre si crea condensa e la condensa che si raffredda vi porterà presumibilmente ad avere mal di gola
  3. Coprirsi orecchie, fronte e mani. Perchè sono le parti del corpo più esposte ai geloni, il discorso fatto per la gola per queste parti non è valido e vanno coperte. Per i calvi andrebbe coperta tutta la testa, per gli ipertricotici va bene una fascia fronte/orecchie. Pert tutti un bel paio di guanti running termici.
  4. Non ci si ammala per il freddo. Grande alibi di tutti i finti runner... non esco a correre perchè piove e poi m'ammalo. Falso. Fino a quando corriamo sudiamo, possiamo avere freddo... questo si. Ma la temperatura del nostro corpo sarà sempre intorno ai 37°. I problemi arrivano quando ci si ferma. Non bisogna dare modo al sudore di asciugarsi addosso. La regola è semplice, bisogna essere asciutti entro 5' da quando si smette l'attività.
  5. Riscaldare i muscoli. Più fa freddo, più aumenta il rischio di infortunio muscolare. Per ridurre al minimo questo rischio, correre almeno un paio di km a ritmo blando per riscaldare i muscoli aiuta, così come aiutano pomate ed olii riscaldanti a base di olio di canfora o capsicina.
Seguendo queste 5 regole ho corso senza problemi, in qualsiasi situazione e condizione climatica per tutto l'inverno. A onor del vero questo inverno passato non è di certo stato uno dei più rigidi, però non ho mai patito nè un problema muscolare nè una mezza influenza.

A partire dalla metà di febbraio la temperatura è salita, mi trovavo a correre con 6/8° e dopo 3 o 4 km dovevo assolutamente togliermi i guanti. Le mani sudavano di brutto.  Il 26 febbraio era un giorno come tanti ne avevo visti negli ultimi 4 mesi, freddo ma non freddissimo, nuvoloso con minaccia di pioggia imminente. Decido di uscire con la fascia ma senza guanti, tanto ci son 6° e se pioverà, come pare, di certo non andrà sotto zero. L'allenamento prevedeva un fondo medio da 14Km.






Al Km 4 il cielo si spacca in due per un lampo, pochi secondi dopo il boato del tuono. Sono sinceramente affascinato. Prima di tutto non è così scontato un temporale in febbraio, poi i lampi, illuminando per qualche secondo il parco, proiettavano le ombre scheletriche degli alberi sui vialetti di cemento, rendendo tutta l'ambientazione parecchio suggestiva. Corro così per un kilometrino poi inizia a scendere qualche goccia, ma nulla di preoccupante... goccioloni estivi si, ma ancora non ero nel diluvio. Le scarpe erano ancora quasi completamente asciutte. Appena superato il Km 7 succede l'imponderabile. Da qualche centinaio di metri l'acqua si era fatta più insistente ed ero già completamente fradicio. Di colpo, letteralmente di colpo, la temperatura crolla da 6° a 2°, si leva un vento gelido e il temporale si trasforma in grandinata. Sono in cima al cavalcavia di Via XX Settembre, il punto di Parco Nord più lontano da casa mia. Decido saggiamente di accorciare il giro e di fare subito ritorno ma è tardi. Dopo 200m di grandine leggera, l'intensità aumenta a dismisura fino a trasformarsi in una grandinata. Già, proprio una bella grandinata fuori stagione.

Ho corso per 2km tempestato dal ghiaccio, completamente fradicio. Ogni passo sentivo acqua uscire dalle mie scarpe, rivoli scendermi lungo le gambe, bombardato da proiettili di ghiaccio. Prima di imboccare il cavalca via di Via Clerici riesco a trovare un momentaneo rifugio sotto un arbusto ma non posso stare troppo fermo, se no m'ammalo. Giusto il tempo di togliermi il ghiaccio dai capelli (i chicchi di grandine erano completamente legati ad essi), e darmi momentaneo ristoro a mani e naso e riparto. E' dolore fisico ad ogni pallina di ghiaccio che mi colpisce, è dolore psicologico l'essere solo a 2km da casa ma il percepire questa distanza come incolmabile. E' disagio vero sia per il freddo che per l'umidità. Il rischio caduta, visto che ormai tutto il terreno è coperto da una coltre di sfere di ghiaccio, è altissimo.

Quando sono a poco più di 1km da casa, di colpo, cessa la grandine. Non credo di essere in grado di descrivere il sollievo che ho provato quando il ghiaccio è di nuovo tornato ad essere un temporale. La sensazione di piacere nel sentirsi coccolato dall'acqua dopo essere stato massacrato dal ghiaccio. Quell'ultimo km l'ho corso come se quel temporalone fosse lo scroscio tiepido della mia doccia. Tale era la trans da relax che avrei continuato così per km. Ma ormai (e per fortuna) ero a casa. Mentre mi doccio e mi asciugo, dal TG sento:


Anche questa volta l'autostima, spinta dalle endorfine, è a mille. Sono un figo... io ero là fuori, nella tormenta, ad allenarmi come un matto! Mentre finisco di asciugarmi mi accorgo di non sentire nè le mani nè il naso. Sensazione pessima, mentre tutto il resto del corpo era tornato a temperatura ambiente loro no. Avrei potuto amputarmi una mano senza sentire dolore, il gelo era penetrato alle ossa. Eccolo il gelone che non t'aspetti... ho corso tutto l'inverno senza problemi, son bastati 20 minuti di grandine e la sensibilità delle mie mani è perduta. Resisto alla tentazione di metterle a mollo in acqua bollente, resisto alla tentazione di infilarle nel calorifero. So che l'unica cosa da fare è aver pazienza... ma quanto? Quanto servirà alle mie mani per recuperare 20 minuti di gelo? La risposta è semplice. 4 ore passate con i guanti di pile e le mani infilate sotto le acelle, con annessi dolori piuttosto acuti, formicolio e difficoltà nei movimenti. Alle 00:45 ero tornato quasi completamente a posto. Ma tutto ciò... a che pro? 


All'inizio del post vi ho scritto come evitare i geloni... ma se proprio vi capita, cosa fare e cosa non fare?


  1. MAI cercare di alzare la temperatura delle mani rapidamente. Cose come infilare le mani nei termosifoni oppure lavarle in acqua bollente, danno un immediato sollievo che altrettanto rapidamente si trasforma in dolore e disagio.
  2. Lavare le mani con acqua fredda. Sembra un paradosso ma l'acqua fredda ha una temperatura più alta della superficie delle mani, quindi aiuta ad aumentarne la temperatura in maniera graduale
  3. Coprire le mani e cercare di tenerle a 37°. Utilizzate guanti di lana o di pile ed infilate le mani in punti caldi del corpo come sotto le ascelle o tra l'inguine. E' necessario riportare la temperatura delle mani a 37° in modo graduale
  4. Abbiate pazienza. Per tornare ad avere le mani calde e la sensibilità ristabilita... ci vuole tempo... a volte molto tempo.

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